Mi sono ritrovata a riflettere sulla maternità nella società di oggi. Un confronto con il passato. “Come faceva nonna con cinque figlie?” Questo chiesi a mia mamma durante quei giorni dove stanchezza e senso di oppressione prendevano il sopravvento. “Faceva… faceva che non era come adesso, che i ritmi non erano gli stessi…”. Una lunga chiacchierata ad analizzare come era vissuta la maternità sessanta anni fa, cento anni fa… e come viene vissuta la maternità nella società di oggi

Diventare madre è la più naturale delle esperienze nella vita della donna, ma allo stesso tempo un evento carico di energie, di dinamiche che rimandano al passato e proiettano verso il futuro; rappresenta per la donna una fase di crisi, di passaggio, di rinascita.

La scelta di diventare madre non è libera da conflitti, e comporta una riorganizzazione del mondo interiore della donna e la creazione di spazi mentali per accogliere il bambino. Abbiamo già visto nell’intervista con la Dott.ssa Alessandra Di Fazio le difficoltà di una donna nell’assumere anche il ruolo di mamma. Tale scelta è frutto dell’interdipendenza tra vari fattori, all’interno dei quali il desiderio individuale è solo un aspetto, che deve essere mediato con il desiderio del partner e con aspetti relazionali, ideologici e culturali della realtà in cui viviamo.

Oggi ho voluto invitare qui, nel mio spazio al naturale, la

Dott.ssa Mariachiara Scotti, sociologa, specializzata in organizzazione e lavoro.

L’ho voluta invitare proprio per approfondire il tema della maternità nella società di oggi. Mariachiara è impiegata a tempo pieno e anche lei una neo mamma. Chi meglio di lei, sociologa e mamma, può illustrarci le diverse prospettive della maternità nella nostra società.
Ig mariachiara_scotti
mail mariachiara.scott@gmail.com

COME E’ VISTA LA MATERNITA’ NELLA SOCIETA’ DI OGGI?

Come tu ci insegni, la natura pensa a tutto, e in lei possiamo trovare le risposte ad ogni nostro dubbio. Questo vale anche per la maternità. Tuttavia, nella società di oggi, “lasciare le cose al caso” non è consigliato né tanto meno accettato. Per cui anche il diventare madre è una questione ben studiata, analizzata, da programmare seguendo procedure standardizzate.

Ecco la ricetta per diventare madre nella società 2.0:

step nr.1 Mettere in agenda la data del concepimento: dopo la laurea, dopo il tempo indeterminato e preferibilmente dopo il matrimonio (potrebbero esserci problemi di gestione della burocrazia per genitori non sposati). Intorno ai 35 anni è preferibile, ma meglio posticipare se non ci sono le condizioni di cui sopra. N.B. Eventuali possibilità di carriera non possono essere combinate con la maternità.

step nr.2 Attività da eseguire in caso di test positivo: prenotazione visita ginecologica entro 6 settimana, prenotazione visita medica per prenotazione esami del sangue (regolari ogni mese), prenotazione colloquio per test anomalie genetiche, scelta dell’ospedale per il parto, prenotazione corso preparto (da fare 7 mesi dopo) etc.

step nr.3 Gestione attività lavorativa: durante i primi tre mesi, fare finta di niente, essere attiva e presente come al solito. Al termine del terzo mese condividere la notizia con il proprio responsabile. E’ preferibile rendersi disponibili all’attività fino al giorno prima del termine previsto. Gestire le procedure di maternità obbligatoria personalmente nel proprio portale online.

Step nr.4: giorni successivi alla nascita: rendersi disponibili ed accoglienti nei confronti di parenti ed amici che faranno visita al nuovo arrivato, è buona norma avere caffè e dolce sempre pronto da offrire e dei biglietti di ringraziamento; gestione delle pratiche online relative alla maternità, gestione delle pratiche burocratiche relative al bambino; favorire allattamento al seno a richiesta seguendo le regole presentate dall’OMS.

Step nr.5: rientro al lavoro dopo i 5 mesi di maternità riconosciuti dallo stato; continuare l’allattamento al seno a richiesta seguendo le regole presentate dall’OMS; rispettare i canoni di bellezza estetica; essere una madre presente (un bambino trascurato sarà un adulto insicuro)

Ma non avevamo detto che la maternità è la cosa più naturale che vive una donna?

Esatto, così dovrebbe essere, ma purtroppo la società contemporanea fa di tutto per controllare la natura ed usarla solo come uno strumento al nostro servizio. Il primo step ne è la prova ed è quasi dato per scontato ormai: chi al giorno d’oggi non programma il diventare madre?

Tuttavia poter controllare la natura è solo un’illusione. In realtà lei decide sempre per noi. Io per prima mi sono scontrata con la scelta e la possibilità di diventare madre. Quando lavoro, coppia, interessi, erano allineati e la mia agenda era pronta per accogliere la data del concepimento, non lo era la mia natura. Ovviamente ha vinto la natura, e purtroppo ho subito un aborto interno nelle prime settimane, che ho vissuto rispettando le procedure che la società ci impone: cura ormonale, rientro al lavoro senza malattia. Mai cosa più sbagliata. Durante la mia seconda gravidanza ho rispettato le imposizioni della società in cui viviamo, ma con un occhio di riguardo alla mia natura ed al rispetto per essa.

Il rispetto per la natura sta alla base per affrontare bene la gravidanza. Come possiamo ritrovarlo se la società ci impone altro?

Guardando al passato. Parlo per l’ultima volta di me: mia nonna ha avuto la fortuna di vedere solo due volte il mio piccolino, prima di lasciarci. Decisi che era importante farglielo conoscere subito per cui aveva solo qualche settimana quando lo portai da lei. Mi sgridò perché una donna dopo il parto deve fare la quarantena!

Questo ci fa capire che 50 anni fa, ovviamente con meno strumenti medici di oggi, la maternità era vissuta rispettando le richieste della natura. E rappresentativo per me è il puerperio. In passato la donna faceva una vera e propria quarantena, durante la quale intorno a lei si formava uno staff formato da altre donne, mamme, zie, nonne, pronte a curare ed assistere la neomamma, il cui unico compito era guarire nel corpo e nell’anima, ritrovare serenità e curare e crescere il neonato.

Dal mio punto di vista dovremmo rallentare e dedicarci con mente e corpo alla maternità dal giorno in cui vediamo le famose lineette rosse, ma capisco che non sia facile. Sicuramente fattibile, anche se non totalmente accettato dalla società( ma a un certo punto chissenefrega no?), è ritornare a vivere questo isolamento di 40 giorni dalla realtà del mondo per conoscere e costruire la nuova realtà che è stata appena creata.

Cosa consigli da sociologa alle future mamme che stanno affrontando la maternità?

Come ho raccontato, la nostra società si impone sempre più su di noi, ci insegna a controllare ogni cosa, e ci vuole organizzate e perfette. Dall’altro lato la maternità è governata al 100% dalla natura, per cui dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra i due aspetti, imparando ad ascoltare tutti i segnali che il nostro corpo ci manda e a saper riconoscere il momento in cui affidarci totalmente a questi nel compiere le nostre scelte. Dovrete affrontare tante fatiche, la fatica fisica, la fatica psicologica, la fatica dovuta all’assenza del supporto sociale, la fatica di dover scegliere (ad esempio tra famiglia e lavoro) e purtroppo mi spiace informarvi, ma la società contemporanea non vi riconoscerà nessuna di queste. Non voglio spaventare, ma voglio essere realista, al più tardi il giorno del parto, dovremo affidarci totalmente alla natura, staccare dalla realtà e smettere di programmare. Perché non farlo un po’ prima se possibile, ma soprattutto anche dopo durante il puerperio? Perché non vivere, come facevano le nostre nonne in passato, la maternità come un momento per noi stesse, per conoscerci, crescere e trasformarci in madri?

CONCLUSIONI

Parlare di questi argomenti sono sempre fonte di grosse riflessioni. Ringrazio ancora Mariachiara, a nome di tutte voi, per il tempo che ci ha dedicato, per quel momento lento che anche lei ci ricorda abbiamo il diritto di vivere

Ti ricordo che, se anche tu vuoi portare il tuo contributo nel mio spazio al naturale, io ti aspetto con una tazza fumante al gusto di… non te lo svelo… è una sorpresa!

A presto